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Blue Dragon: Recensione Anime

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Shu
view post Posted on 18/9/2009, 21:11




Blue Dragon è una Serie TV del 2007 composta da 51 episodi.
L'Anime è distribuito in Italia da Mediaset.

Trama

Sotto la crudele tirannia del meschino Nene, cinque ragazzi trovano la forza ed il coraggio di ribellarsi per salvare il loro mondo da fine certa. Il gruppo è capitanato dal protagonista Shu, al cui seguito si affiancheranno i due personaggi maschili Jiru e Marumaru, goffo compagno dalle fattezze feline, e due donzelle, Kluke e Zola, l’una prudente guaritrice, l’altra tenace pirata dei cieli. Ma non saranno i soli a compiere questa mirabolante avventura, sotto gli attenti e leali occhi dei draghi che svettano in su dai loro corpi; essi sono la manifestazione fisica dei valori e dei principi su cui poggiano gli animi degli eroi (onestà, forza, audacia, amore..), nonché fidati alleati nelle mille e più battaglie che si contrapporranno tra noi e l’ultimo duello. Il character design e' quello inconfondibile di Akira Toriyama (Dragon Ball, Dr. Slump e Arale)

Recensioni: 3 su 3:

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Blue Dragon a prima vista appare come il classico cartone destinato ad un pubblico di giovanissimi. Effettivamente, se ci si limita a guardare i primi episodi, questa è l'idea che più facilmente può venire alla mente, ma se si riesce a sopportare le prime 15/20 puntate si potrà notare come gli intrecci siano ben curati e si distacchino non poco dal videogioco dal quale l'anime è tratto... e questo è sicuramente un bene. La trama è originale, la storia interessa cinque personaggi principali e le loro ombre, attraverso le quali hanno la possibilità di prendere vita alcune misteriose creature legate da una leggenda tutta da scoprire. Come per molti cartoni, la parte più interessante si trova verso gli episodi finali, nelle quali potrebbe ridursi tutta la serie.

Non mancano, come da tradizione in questi casi, scoperte, esplorazioni, potenziamenti, nemici sempre più temibili. E' un anime che ha riscosso molto successo in Giappone, tanto da portare subito alla produzione di una seconda serie della quale (alla data attuale, 3 maggio 2008) sono già stati mandati in onda i primi 4 episodi.
Voto 7, per il semplice fatto che le prime puntate (dedicate quasi esclusivamente alla presentazione del protagonisti, delle loro ombre e dei poteri di queste ultime) tentano di dilungarsi eccessivamente, finendo con lo stancare chi è alla ricerca di scene più "movimentate".
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Desideravo aggiungere una postilla alla mia precedente recensione per inserire poche ma importanti informazioni riguardo la versione italiana dell'anime, da poco trasmesso su Sky attraverso i canali di Cartoon Network.

Purtroppo il doppiaggio in italiano mi è parso altamente scadente, con personaggi ai quali sono state date voci stridule e piatte, nulla a che vedere con le originali voci giapponesi, dotate di grande profondità e carattere.

Non posso nascondere che ascoltare alcuni dialoghi (tutti rigorosamente cambiati in maniera tale da privarli di ogni significato e farli apparire fuori luogo) mi hanno letteralmente fatto piangere. Un esempio lo si può ritrovare nell'episodio in cui Shu si batte per la prima volta contro il generale Logi e la sua Valkiria: un dialogo inialmente centrato sulla necessità del ragazzo di trovare la forza interiore per sfruttare i poteri del Blue Dragon come se quest'ultimo fosse un oggetto, viene magicamente mutato in una lunga serie di quisquilie basate sulla fiducia in sè stessi.
Penoso è dir poco.

Le musiche, stupende nell'originale giapponese, sono state cambiate nel 80% dei casi con brani che, come si suol dire, non fanno "nè caldo nè freddo". Le censure, pesantissime e solo in parte ereditate dalla edizione americana del cartone, talvolta "skippano" parti anche piuttosto importanti per comprendere il carattere di alcuni personaggi, come i comportamenti bambineschi di Bouquet.

Pessimo, pessimo, pessimo. Ecco un altro cartone letteralmente ROVINATO da censure e adattamenti fatti con i piedi. Il mio consiglio è di vedersi tutto l'anime in giapponese (tanto esistono in sub in spagnolo e sono facili da comprendere), possibilmente la seconda stagione che è comunque 3 volte più appassionante.

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Shu, un bambino di 10 anni e la sua banda di amici vivono in una piccola vallata tra le montagne. Si respira aria di pace e spensieratezza. Il sogno di Shu è quello di diventare un Night Master, un potente cavaliere dai grandi poteri; pertanto appena si sparge voce che uno di questi sta arrivando al villaggio, decide di incontrarlo. C'è un piccolo problema, però: nessuno conosce lo straniero, ma Shu ha una certa inventiva per scoprire di chi si tratta. Armatosi di bastone, comincia ad attaccare alle spalle tutti quelli che, a suo parere, potrebbero essere il Night Master, nella certezza che questi non si farà mai prendere alla sprovvista.
Così cadono tramortiti al suolo diversi strani tizi, fintanto che Shu non s'imbatte in un irritante ragazzino accompagnato da una sorta di piratessa con tanto di bandana e teschio sulla fronte...
La ragazza, Zola, sebbene emani una certa autorevolezza, afferma di non essere un Night Master, e prosegue la sua strada col suo allievo Jiro in cerca di alcune vecchie rovine.
Intanto, il villaggio di Shu è attaccato dalle truppe del perfido Nene, sovrano del regno tecnologico di Garan, che va in cerca di bambini da rapire per individuare quelli dotati dell’ambito ‘potere delle ombre’.
Shu cerca subito l'aiuto dei due stranieri per salvare il villaggio, ma Zola gli risponde che non sono affari suoi e, per metterlo alla prova, lo sfida a difenderlo da solo.
Testimone del coraggio del bambino, che va a combattere gli invasori impugnando un bastone, decide di intervenire, perché ha intravisto in Shu qualche potenzialità nascosta.
Durante una situazione disperata, infatti, il ragazzo riesce a richiamare il Blue Dragon, il più potente tra gli Shadows, una classe di entità legate all’ombra di chi ha le qualità per evocarle, e a mettere in fuga gli invasori.
Governare il potentissimo essere che sta seminando distruzione, non è semplice per il bambino, e Zola e Jiro dovranno unire i loro Shadows per metterlo KO con l’astuzia. Una volta rinvenuto, Zola racconta una vecchia leggenda su sette eroici ‘cavalieri della luce’ e il sacro ‘Libro delle Origini’, il più antico libro del mondo. Tutta la vicenda ruota attorno all’eterna lotta tra luce e ombra.

Alla fine del secondo episodio, Shu si vedrà costretto a seguire Zola e Jiro per il bene del villaggio. Se così non facesse, le truppe di Nene tornerebbero continuamente a cercare il suo potere, mettendo in costante pericolo tutti gli abitanti. Inizia quindi il viaggio avventuroso e di apprendistato del ragazzo, ma alla combriccola si unirà anche la sua amica Kluke, piccolo genio della robotica (come Bulma in DB), che non accetterà un rifiuto…

Tecnicamente, l'anime trasmesso su TV Tokyo non si discosta dallo standard delle nuove serie animate giapponesi, con animazioni piuttosto essenziali. Il character design di Akira Toriyama è semplificato rispetto a Dragon Ball, ma si notano ovviamente delle reminiscenze della sua opera più famosa. I disegni sono altalenanti e la loro realizzazione appare molto inferiore a quella delle ultime serie di Dragon Ball, GT compreso. Le ombreggiature più semplificate, tondeggianti e meno numerose rispetto a DB, conferiscono ai disegni meno plasticità, rendendoli in un certo senso più piatti. Immancabile, ormai, l'inserimento di elementi in grafica tridimensionale, specialmente per congegni, macchine volanti e effetti speciali, non troppo invasiva e simile a quella usata in altri anime contemporanei.

Lo sviluppo della trama segue lo schema dei classici RPG dove il personaggio principale non fa che accrescere la propria abilità in seguito ad esercizi, potenziamenti, esperienza, ecc... già secondo la struttura presente in DB. Nel terzo episodio cominciano gli allenamenti a cui Zola sottopone Shu. Il suo compagno di esercizi sarà Jiro, da subito suo rivale, e qui si ricalca l’originale dualismo già battuto da Goku e Crilin allievi dell'Eremita della Tartaruga.
Anche l’idea degli Shadows, non è proprio originale; si tratta di una via di mezzo tra i mostri evocati dalle carte da gioco in Yu-Gi-Oh! e i poteri stand di JoJo (per metterli fuori gioco basta colpire il loro portatore), anche se le creature di Blue Dragon sembrano dotate di propria personalità.
Insomma, si ripercorrono canovacci classici e stereotipi tipici degli anime sia in situazioni che personaggi (già il gruppetto iniziale di amici formato dai soliti cinque membri alla sentai troopers con un grassone, un piccoletto, una ragazza, il protagonista e un personaggio medio). Incontreremo poi personaggi dall'aspetto più familiare alla Dragon Quest e DB come 'Il Supremo' (dio), Regorasu, una specie di Mr. Satan biondo, il simpatico Marumaro (ricorda un po’ Cowa, altro personaggio di Toriyama), ecc... anche le gag non sono particolarmente ispirate. Carine le sigle d'apertura e chiusura.

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C'è stato un tempo, sul finire degli anni '90, in cui un ragazzino delle scuole medie muoveva i suoi primi passi nel mondo dell'animazione e del fumetto giapponese, grazie ai molti classici shonen manga degli anni '80 pubblicati dalla solerte Star Comics e alla programmazione televisiva di una grande emittente regionale chiamata Jtv.
Tra le opere che più amava e che lo hanno introdotto a questa passione, c'erano parecchie serie ispirate a videogiochi, come Street Fighter II V e Virtua Fighter, e shonen d'azione e d'avventura ma anche di formazione, che avevano dei protagonisti giovani in cui egli poté identificarsi, come Dragon Ball e Dai no daibouken.
Poi però il ragazzino crebbe e, pur continuando a leggere manga e a guardare anime, l'incanto finì. Le storie si fecero profondamente diverse da quelle che lui aveva tanto amato, non si produssero quasi più opere tratte da videogiochi nè shonen manga d'avventura e formazione e quell'Akira Toriyama che lui tanto amava quasi non lavorava più.
Questo, almeno, fino alla primavera dei suoi 22 anni, esattamente 10 anni dopo la lettura del suo primo manga (guarda caso uno dei primi numeri di Dragon Ball di Toriyama), quando non beccò assolutamente per caso, su un canale satellitare, la prima puntata di un anime che con il suo amato Dragon Ball aveva parecchio in comune, a partire dal disegnatore fino ad arrivare al titolo e che, peraltro, era uno shonen d'avventura e persino tratto da un videogioco: Blue Dragon.

Narra la leggenda che, nella notte dei tempi, alcuni valorosi guerrieri scacciarono le tenebre che opprimevano il mondo con l'ausilio di creature particolari, nate dalla materializzazione delle proprie ombre.
La lotta narrata dai miti sta per ripetersi, perchè il crudele Lord Nene vuole soggiogare il mondo regnando col terrore, e questo segnerà l'avventura di sei ragazzi, Shuu, Kluke, Zola, Jiro, Marumaro e Bouquet, che possiedono quello stesso potere e riescono a vivere in maniera simbiotica con le proprie ombre, materializzandole sottoforma di creature mitologiche, e grazie a questa capacità dovranno abbattere il malvagio.

Questa, in breve, la trama di Blue Dragon.
Banale, dite?
E' un anime tratto da un videogioco e diretto a un pubblico di adolescenti, non è così deprecabile l'essere banale considerato il suo target.
Che poi banale non è. Forse lo sarà come concezione e come trama di base, ma nel corso dell'avventura non mancheranno colpi di scena che personalmente mi hanno tenuto col fiato sospeso in attesa dell'episodio successivo o scene inaspettate di grande intensità. E, anche se fosse banale, beh, squadra che vince non si cambia, dice il proverbio.

L'ambientazione di Blue Dragon ricorda quella degli ultimi Final Fantasy (non a caso uno degli autori del videogioco da cui l'anime è tratto è il creatore della suddetta saga, Hironobu Sakaguchi), un mondo dove convivono più o meno pacificamente tecnologie futuristiche (come robot, computer o aeronavi), macchinari steampunk ed elementi fantasy (come regni di stampo medievale con tanto di vecchio sovrano bardato come tradizione vuole e creature particolari). Tutti elementi che possono permettere ad Akira Toriyama, che ne ha curato i disegni, di sbizzarrirsi e di creare, secondo il suo classico stile simpatico e bonario, non soltanto millemila macchinari astrusi, ma anche personaggi dalle molteplici fisionomie. A differenza della maggior parte delle produzioni odierne, e dell'ultima parte del Dragon Ball Z dello stesso Toriyama, qui i protagonisti non sono dei figoni, ma dei semplici ragazzini, e le genti che popoleranno il mondo in cui vivono saranno molteplici e variegate: anziani sovrani, soldati, omaccioni nerboruti, ragazzini, femmes fatales, affascinanti e valorosi guerrieri, uomini e donne di ogni età e fisionomia. Una grande e piacevolissima varietà di personaggi che coprirà protagonisti, antagonisti, comprimari, comparse, personaggi secondari, gente che passa per strada e che piacerà moltissimo allo spettatore, troppo spesso recentemente abituato a volti tutti uguali o a personaggi tutti eccessivamente fighi e poco umani.
Finalmente, dopo un periodo recente in cui li hanno biondi, arancioni, argentati, azzurri, fucsia, verdi e chi più ne ha più ne metta, troviamo nuovamente un protagonista dai capelli bruni come tradizione vorrebbe.
Shuu è allegro, volenteroso, gentile, impulsivo, coraggioso, affabile. E' un protagonista che più classico non si può. Non è un eroe senza macchia né paura, è un ragazzino in crescita, che ha già in luce valori di giustizia e lealtà che non ci vengono subito sbandierati ai quattro venti sin da subito ma che andranno conquistati a caro prezzo durante l'avventura, un'avventura che lo porterà a crescere. Inizialmente, Shuu dovrà faticare non poco per riuscire a controllare il maestoso e scostante drago azzurro - Blue Dragon, appunto - che raffigura la sua ombra, per farsi accettare da lui come compagno degno di combattere insieme, e in corso d'opera avrà a che fare con parecchi problemi di compatibilità con questo, oltre a sentimenti apparentemente meno epici e più umani ma non per questo deprecabili come la nostalgia del suo villaggio natale, l'accettazione della morte, il disprezzo per la guerra, l'accettazione e il superamento dei propri limiti, il controllo delle proprie emozioni, rabbie e paure.
A dispetto della sua esteriorità probabilmente volutamente banale, Shuu si dimostra un ottimo protagonista, che cresce abbastanza in fretta nel corso della vicenda e riesce a dar sicurezza allo spettatore ma anche a farlo crescere insieme a lui, trasmettendo a chi guarda le sue insicurezze e i suoi valori.
Assieme a lui, i suoi compagni saranno altrettanto simpatici e ben caratterizzati: Jiro è tronfio, superbo e solitario, ma pian piano aprirà il suo cuore, Zola appare algida e sicura e nasconde molti misteri ma si affezionerà ai suoi compagni di viaggio, Marumaro è un'ottima spalla comica, e Kluke e Bouquet impareranno a farsi valere anche se apparentemente più deboli e avranno una loro ben precisa utilità nel corso dell'avventura.
Uguale sorte spetta ai cattivi, che avranno tutti un ben preciso carattere, degli ideali differenti, dei differenti modi di agire e combattere e che più di una volta intrecceranno le loro ombre e le loro ideologie con i nostri piccoli eroi, finendo per farsi influenzare da loro.
Ottimi e simpaticissimi anche i personaggi secondari e di contorno, in particolar modo lo spassossissimo Legolas, nuova incarnazione del già geniale Mr. Satan di Dragon Ball Z.
Sono tutti personaggi apparentemente molto semplici, ma dalla spiccata caratterizzazione e dall'inconfondibile simpatia ed umanità, e noi spettatori alla fine della fiera ci affezioneremo a tutti, persino al malvagio Lord Nene, che è un supercattivo malvagio ma, ci scommettiamo, ha anche lui una parte comica e i suoi umanissimi vizi.
In fondo, è Toriyama che disegna, e lo sappiamo che quando c'è di mezzo Toriyama si finisce sempre così.

C'è un termine che ho usato ripetutamente nelle righe quassù e su cui vorrei focalizzare la vostra attenzione, ossia "avventura".
Essendo tratto da un videogioco di ruolo, l'avventura, il viaggio, il lavoro di squadra sono concetti molto importanti in Blue Dragon e da tempo assenti in molte opere dello stesso genere. Il viaggio, la scoperta di posti nuovi, l'abbandono della quotidianità per gettarsi in un'avventura del tutto nuova, il confronto con diversi avversari e con gli stessi compagni di viaggio sono cose essenziali per uno shonen d'avventura, e non mancano di fare splendida mostra di sé anche in questo Blue Dragon. E, in men che non si dica, l'avventura ci rivelerà una storia avvincente e ben costruita e parecchi, importantissimi messaggi, primo fra tutti una pesante critica alla guerra che distrugge le città, fa morire la gente e costringe gli uomini a combattere battaglie che potenzialmente potrebbero anche perdere e costargli la vita, quando questo potrebbe essere tranquillamente evitato se, invece che con cannoni e fucili, ci si relazionasse con il prossimo con gentilezza.

Se dovessi scegliere una parola per descrivere Blue Dragon, questa sarebbe "tradizione".
Sarà il tratto di Toriyama, sarà la concezione molto old-fashioned che esprime, ma guardando Blue Dragon io sono tornato indietro di dieci anni, mi sono commosso, mi sono esaltato. E mi sono ricordato perchè amo l'animazione e il fumetto giapponese, come e perchè sono entrato in questo mondo e perchè ancora, dopo tutti questi anni, non riesco a uscirne.

Consiglio la visione, dato che nei prossimi mesi sarà trasmesso dalle TV in chiaro. Purtroppo la versione che ci è pervenuta è quella americana, con molte censure anche a livello visivo e una colonna sonora rimaneggiata (le sigle giapponesi sono davvero belle!), ma a nostro vantaggio possiamo addurre un doppiaggio italiano davvero ben riuscito, che riesce perfettamente a combinare relative nuove leve come Gabriele Patriarca, Leonardo Graziano, Massimo Di Benedetto o Renato Novara assieme a mostri sacri del doppiaggio nostrano come Debora Magnaghi, Lara Parmiani, Tony Fuochi, Pietro Ubaldi, Antonio Paiola, Giovanni Battezzato, Simone D'Andrea, Patrizio Prata, Alessandra Karpoff.

Risultando come una fusione perfetta tra Dragon Ball/Dragon Quest, Final Fantasy e Digimon, Blue Dragon ha tutte le carte in regola per sfondare nel nostro paese, e, se lo farà, io ne sarò ben lieto, perchè era davvero da tanto che non mi appassionavo così tanto ad un anime di recente fattura. E ci voleva proprio qualcosa che si ricollegasse in maniera molto esplicita alla vecchia e gloriosa tradizione degli shonen degli anni '80, per far sì che ciò accadesse.

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Usate l'apposita sezione aprendo un nuovo topic per commentare o dire la vostra sulla prima serie di blue dragon ;)
 
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