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Blue Dragon: Opinione sui primi episodi dell'anime

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Shu
view post Posted on 22/9/2009, 21:39




Alcuni screenshots dal primo episodio

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''Blue Dragon sarà un capolavoro''. Ricordate le parole pronunciate da Akira Toriyama, character design di questa nuova serie tratta da un videogioco per Xbox 360, in occasione di un’intervista in cui il creatore di Dragon Ball lasciava intendere il suo ritiro dal mondo degli anime?

Sarà vero? Ecco le mie impressioni a seguito della visione dei primi cinque episodi della serie tratta da una licenza Konami e in onda su TV Tokyo...

"Secoli fa Dio creò la luce nel mondo. La luce era dappertutto e illuminava ogni cosa. Molte cose furono create e il mondo era meraviglioso. Il mondo si popolò di creature e si sviluppò. Il mondo della luce era in fiore, ma la stupidità umana non era ancora soddisfatta e voleva l’oscurità; Dio esaudì la richiesta e creò le tenebre…"

Shu, un bambino di 10 anni e la sua banda di amici vivono in una piccola vallata tra le montagne. Si respira aria di pace e spensieratezza. Il sogno di Shu è quello di diventare un Night Master, un potente cavaliere dai grandi poteri; pertanto appena si sparge voce che uno di questi sta arrivando al villaggio, decide di incontrarlo. C'è un piccolo problema, però: nessuno conosce lo straniero, ma Shu ha una certa inventiva per scoprire di chi si tratta. Armatosi di bastone, comincia ad attaccare alle spalle tutti quelli che, a suo parere, potrebbero essere il Night Master, nella certezza che questi non si farà mai prendere alla sprovvista.
Così cadono tramortiti al suolo diversi strani tizi, fintanto che Shu non s'imbatte in un irritante ragazzino accompagnato da una sorta di piratessa con tanto di bandana e teschio sulla fronte...
La ragazza, Zola, sebbene emani una certa autorevolezza, afferma di non essere un Night Master, e prosegue la sua strada col suo allievo Jiro in cerca di alcune vecchie rovine.
Intanto, il villaggio di Shu è attaccato dalle truppe del perfido Nene, sovrano del regno tecnologico di Garan, che va in cerca di bambini da rapire per individuare quelli dotati dell’ambito ‘potere delle ombre’.
Shu cerca subito l'aiuto dei due stranieri per salvare il villaggio, ma Zola gli risponde che non sono affari suoi e, per metterlo alla prova, lo sfida a difenderlo da solo.
Testimone del coraggio del bambino, che va a combattere gli invasori impugnando un bastone, decide di intervenire, perché ha intravisto in Shu qualche potenzialità nascosta.
Durante una situazione disperata, infatti, il ragazzo riesce a richiamare il Blue Dragon, il più potente tra gli Shadows, una classe di entità legate all’ombra di chi ha le qualità per evocarle, e a mettere in fuga gli invasori.
Governare il potentissimo essere che sta seminando distruzione, non è semplice per il bambino, e Zola e Jiro dovranno unire i loro Shadows per metterlo KO con l’astuzia. Una volta rinvenuto, Zola racconta una vecchia leggenda su sette eroici ‘cavalieri della luce’ e il sacro ‘Libro delle Origini’, il più antico libro del mondo. Tutta la vicenda ruota attorno all’eterna lotta tra luce e ombra.

Alla fine del secondo episodio, Shu si vedrà costretto a seguire Zola e Jiro per il bene del villaggio. Se così non facesse, le truppe di Nene tornerebbero continuamente a cercare il suo potere, mettendo in costante pericolo tutti gli abitanti. Inizia quindi il viaggio avventuroso e di apprendistato del ragazzo, ma alla combriccola si unirà anche la sua amica Kluke, piccolo genio della robotica (come Bulma in DB), che non accetterà un rifiuto…

Tecnicamente, l'anime trasmesso su TV Tokyo non si discosta dallo standard delle nuove serie animate giapponesi, con animazioni piuttosto essenziali. Il character design di Akira Toriyama è semplificato rispetto a Dragon Ball, ma si notano ovviamente delle reminiscenze della sua opera più famosa. I disegni sono altalenanti e la loro realizzazione appare molto inferiore a quella delle ultime serie di Dragon Ball, GT compreso. Le ombreggiature più semplificate, tondeggianti e meno numerose rispetto a DB, conferiscono ai disegni meno plasticità, rendendoli in un certo senso più piatti. Immancabile, ormai, l'inserimento di elementi in grafica tridimensionale, specialmente per congegni, macchine volanti e effetti speciali, non troppo invasiva e simile a quella usata in altri anime contemporanei.

Lo sviluppo della trama segue lo schema dei classici RPG dove il personaggio principale non fa che accrescere la propria abilità in seguito ad esercizi, potenziamenti, esperienza, ecc... già secondo la struttura presente in DB. Nel terzo episodio cominciano gli allenamenti a cui Zola sottopone Shu. Il suo compagno di esercizi sarà Jiro, da subito suo rivale, e qui si ricalca l’originale dualismo già battuto da Goku e Crilin allievi dell'Eremita della Tartaruga.
Anche l’idea degli Shadows, non è proprio originale; si tratta di una via di mezzo tra i mostri evocati dalle carte da gioco in Yu-Gi-Oh! e i poteri stand di JoJo (per metterli fuori gioco basta colpire il loro portatore), anche se le creature di Blue Dragon sembrano dotate di propria personalità.
Insomma, si ripercorrono canovacci classici e stereotipi tipici degli anime sia in situazioni che personaggi (già il gruppetto iniziale di amici formato dai soliti cinque membri alla sentai troopers con un grassone, un piccoletto, una ragazza, il protagonista e un personaggio medio). Incontreremo poi personaggi dall'aspetto più familiare alla Dragon Quest e DB come 'Il Supremo' (dio), Regorasu, una specie di Mr. Satan biondo, il simpatico Marumaro (ricorda un po’ Cowa, altro personaggio di Toriyama), ecc... anche le gag non sono particolarmente ispirate. Carine le sigle d'apertura e chiusura.

Capolavoro quindi? Non certo allo stato attuale, ma è difficile che un prodotto simile, indirizzato evidentemente ai bambini, possa successivamente rivelarsi tale.

Lo vedrei benissimo trasmesso su Mediaset: mi pare non ci sia davvero nulla da censurare (ma non si può mai dire con gli adattatori televisivi). Non sarà certamente l'erede di Dragon Ball, ma si fa seguire senza troppo impegno. Buono per passare una mezz’oretta all'ora di pranzo. Per il resto dejà vu. Per quanto mi riguarda non ho avuto stimoli nel seguire ulteriori puntate di quest’anime dello Studio Pierrot previsto in 51 episodi. Se dovessi azzardare un voto numerico, non più di sei.
 
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